lunedì 6 agosto 2012

Per anni ho guardato attraverso il vuoto


Per anni ho guardato attraverso il vuoto
colmato da due mani che si stringono
senza capire che cosa stringevano e perché
avessero tanta paura di perdersi.
Adesso capisco che sono tutti persi
come noi oppure non si sono ancora trovati
ma tutti i vuoti vogliono essere colmati,
tutte le mani strette. Le dita scompagnate
si tendono ad afferrare il niente e ricadono.
Ma il vuoto sempre è percorso
di tentativi di trovarsi e non è mai
ostacolo ma sempre possibilità.
Così facciamo i bagagli e partiamo a cercare
la mano che si tende per noi.

Per anni ho guardato attraverso il vuoto
colmato da due mani che si stringono
e mi sembrava così goffo che si dovesse
sudare così, il palmo premuto contro il palmo.
Adesso capisco che una mano asciutta
non vale niente e che il giovane Holden
aveva ragione eccetera eccetera.

Per anni ho guardato attraverso il vuoto
colmato da due mani che si stringono
ma quando l’ho guardato insieme a te
m’è sembrato tutto diverso.
Camminavamo fianco a fianco ma avevamo
tutto quel vuoto che ci premeva in mezzo
e io mi sentivo su Venere, sentivo te su Marte.
Fossimo stati lontanissimi, non saremmo stati
così lontani. Ma non era colpa nostra.
Come potevano quei due ragazzi camminarci innanzi
con quel vuoto tutto colmato senza vergogna?
Non c’era pudore per il nostro pudore?
Non sentivano urlare il nostro cercarci?
E mi è sembrato d’un tratto così stupido
che non camminassimo mano nella mano
e ho avuto orrore di non avere orrore della dolcezza.

Per anni ho guardato attraverso il vuoto
colmato da due mani che si stringono
e lo schernivo e non faceva paura
e anzi mi sentivo intelligente ad avere ancora
la mano libera. Adesso capisco che era solo
una paura diversa che la mia mano
non fosse stretta mai. Perciò ridevo.
E quando poi hai allungato la mano
e hai allacciato le dita con le mie come una valigia
o un puzzle e per un attimo è stato strano
perché non sapevamo se era il pezzo giusto
e alla fine ho sentito lo scatto del gancetto
e ho visto il disegno completato (anche se
mi faceva male il mignolino), allora
sono caduta contro il tuo fianco
per combaciare meglio e ho pensato
di non spostarmi più. 

Di Chiara Pagliochini

1 commento:

  1. ti incontro per caso in una stupida e vuota domenica di agosto e scopro un bel blog (non l'ho visto tutto, sono appena entrata) e, soprattutto, in questo momento, una poesia così bella e così perfetta da farmi pensare, in un primo momento, che fosse opera di chissà quale grande poetessa. Ma devi avere un bagaglio nolto ben fornito, e di cui non hai buttato niente. Aggiungerò il tuo blog alla lista dei preferiti. Blumy http://letteresenzadestinatario.wordpress.com/

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