non
è stata invitata alla festa:
oggi
lavora.
Per
seicento euro
spazza
le stanze del santuario
scrosta
le pentole
serve
da mangiare ai pellegrini.
La
sua vita non c’è poesia
che
possa de-prosaicizzarla
e
anche il verso s’incaglia
legnoso
manico di scopa.
Spazzando
scrostando e servendo
le
sue mani non creano nulla
eppure
hanno fatto la torta
per
la festa degli altri
cinque
dischi di pan di spagna
bagnati
di uno spirito dolce
con
una farcia di crema.
La
ragazza che ha fatto la torta
vorrebbe
fare un corso di cucina:
costano
troppo.
Da
piccola sua madre la batteva
perché
prendeva brutti voti a scuola.
Ora
tutta la vita la batte.
Nella
casa grave di rumori
sommersa
da una torma di utensìli
sorveglia
la riuscita del biscotto:
ha
segreto un sorriso.
Nella
torta non affonderanno
i
suoi denti sporgenti davanti
pure
si farà il suo nome
si
dirà che brava è stata
che
brava ragazza è
la
ragazza che ha fatto la torta
e
non è stata invitata alla festa
della
sua vita.
Di Chiara Pagliochini
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